LA NASCITA DI MILLE INFERNI

15 Settembre 2023 ore 17:30
fino al 15 Ottobre 2023

a Piazzale Rocca, 40060 Dozza BO, Italia

Categorie: Dozza

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LA NASCITA DI MILLE INFERNI

LA NASCITA DI MILLE INFERNI

mostra di Elisabetta Cameli

a cura di Lucrezia Caliani

Dall'11 settembre al 15 ottobre 2023

Inaugurazione venerdì 15 settembre alle ore 17:30 presso la Rocca di Dozza (BO)

 

"La notte dalle ali nere venne amata dal vento depose un uovo d’argento nel grembo dell’oscurità.

La luce pertiene al figlio, l’oscurità alla madre e alla generazione."

[Frammenti Orfici 70-84]

 

INTRODUZIONE di Lucrezia Caliani:

Qual è la linea di confine tra il nascere e il mancare?

Quanti atti di morte e rinascita dobbiamo compiere nell’arco della nostra esistenza per vivere davvero? E cosa significa venire alla luce, se non far sì che qualcosa resti nell’ombra?

Nelle sue opere Elisabetta Cameli avvia una riflessione profonda sulla nascita, come primigenio atto di separazione e scaturigine di eterni conflitti.

Scendendo nelle prigioni della Rocca, si entra infatti in un territorio ctonio, infernale e al contempo intimo e racchiuso, al confine tra la dimensione cavernicola e quella uterina. Questo spazio riconduce alla sensazione di “Regressus ad Uterum”, ovvero un mistico ritorno allo stato primordiale dell’essere. La caverna rappresenta il Grembo della Terra in cui si consuma un inizio ed una fine, un luogo di morte e di rinascita.

Proprio dall’ispirazione di questo luogo nasce “La nascita di mille inferni”; la scultura posta al centro della sala ci mostra una genesi conflittuale e riflette sul principio di dicotomia incluso in quello di nascita. L’artista, andando a lavorare sull’idea dello spazio cavo come spazio contemporaneamente vuoto e pieno, realizza un’opera che ci indica la doppiezza del dentro e fuori, diventando un’allegoria dell’utero materno. La scultura si compone di due parti, cave appunto, il cui interno si può scorgere grazie alla trasparenza del merletto. In essa l’artista, attraverso l’uso delle corde avvolte, richiama parti del corpo vive e in divenire, che diventano anche il legame indissolubile tra le due parti. Quest’opera è rappresentazione dell’atto in cui è contenuto il passaggio dall’individualità alla dualità, come rapporto di separazione.

La tecnica del merletto a macchina e dell’intreccio a mano permettono a Elisabetta Cameli di ottenere delle trame che alternano trasparenze e consistenze, così come nella serie dei quattro “Burial Clothes” che si legano, come una sorta di capitolo successivo, alla scultura. Queste opere simboleggiano le pagine di vita del diario personale di ogni individuo e raccontano l’esistenza con il suo continuo mutare nel tempo. Questi tessuti di merletto diventano come delle pelli, in cui le corde sono rappresentazione di ciò che c’è dentro di noi e vuole emergere. Le opere, come vere e proprie ecdisi, costituiscono ciò che resta di noi dopo un processo di morte e rinascita, dunque di separazione. Queste spoglie tessili costituiscono un modo per preservare l’esperienza del proprio vissuto mostrando le lacerazioni, le perdite e i conflitti che ci portano alla consapevolezza di chi siamo, verso la necessaria ricerca della nostra identità.

ELISABETTA CAMELI, biografia di un'artista:

Nata a Bologna, si laurea in Sociologia e Lettere Moderne e successivamente consegue un Master in Fotografia a Roma nel 2011 presso la Scuola Romana di Fotografia e un diploma in Ricamo e Merletto presso l’Emilia Ars a Bologna nel 2016. Seguirà inoltre diversi workshop che andranno a formare la sua costellazione artistica, creando un percorso artistico eterogeneo in cui il medium tessile diventa un punto di approdo che lega tutta la sua formazione come il retro di un arazzo. Attraverso un alfabeto gestuale in cui la forza simbolica del merletto e delle corde si incontrano, mette in luce la difficoltà del separarsi e dell’esistere, il conflitto in tutte le sue forme. La sua ricerca si fonda sull’impermanenza della vita e sul ciclo di separazione e appartenenza i quali diventano il fulcro sui cui gravitano tutti i suoi temi restituendoci l’incerta e tormentosa dimensione dell’esistenza. Alcune tematiche ricorrenti, come vere e proprie ossessioni, infatti, caratterizzano tutta la produzione dell’artista e creano un corpus eterogeneo, ma coerente; un corpus in cui i materiali organici che utilizza evocano pelli, corpi vivi, muscoli, viscere e organi, tessuti lacerati e allo stesso tempo tenaci: forme che personificano l’immaginario emotivo dell’artista Il suo fare artistico è un’allegoria dei contrasti necessari e del conflitto: assenza ed emersione, debolezza e forza, consistenza e leggerezza, morte e vita. Tutti elementi in bilico, come soglie o linee di confine, metafore del rapporto tra l’interno e l’esterno, tra il visibile e l’invisibile, tra la nascita e la perdita. L’antinomia di questi elementi li rende imprescindibili l’uno per l’altro e insieme indispensabili per l’esistenza, in un’eterna e irraggiungibile ricerca di equilibrio nella trasformazione. Queste fratture, dettate da paura, melanconia e indispensabile ricerca di sé, si manifestano nelle opere che sono ciò che di tangibile resta, come vere e proprie exuvie dell’esistenza.

 

Inaugurazione della mostra ad ingresso libero fino ad esaurimento posti

Info e prenotazioni: 0542 678240 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Negli altri giorni sarà possibile visitare la mostra con il biglietto d'ingresso e negli orari d'apertura del Museo della Rocca.

Orari:

dal lun. al sab. ore 10-13 e 14-19

dom. e festivi ore 10-19:30

L'ultimo ingresso è un'ora prima della chiusura del museo.

Nel museo non sono ammessi animali.


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